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Ci sono diversi metodi per stimolare la creatività ma, spesso, in modo improduttivo ed eccessivamente astratto. Invece, nell’articolo “Towards identifying the inventive templates of new products: a channeled ideation approach” gli autori Goldemberg, Mazursky e Solomon mostrano l’efficacia empirica di quello che definiscono template approach (approccio “a modelli”). Potete scaricare l’intero articolo da qui.

I templates riportati nell’articolo, che gli autori riducono a cinque, sono dei modelli ricavati dall’analisi storica dell’evoluzione di diversi prodotti. L’applicazione dei templates ad un determinato prodotto può quindi aiutare a capire o a prevedere – ovvero anticipare – la sua evoluzione.

Il tamplate di cui parla maggiormente l’articolo è l’attribute dependency. La sua realizzazione è molto semplice; cercherò di esporla aiutandomi con un esempio. Avete mai visto la Volkswagen Polo Harlequin?

La Polo Harlequin era stata originariamente pensata come pesce d’aprile: una creazione immaginaria della Volkswagen, pubblicata come finta pubblicità. Tuttavia, molti consumatori hanno chiamato l’azienda per chiedere dove e come fosse possibile comperare il nuovo modello. La Volkswagen ha così capito le potenzialità di mercato di un tale prodotto ed ha deciso di realizzare veramente la Polo Harlequin, seppur con una tiratura limitata.

Cosa centra la Polo Harlequin con l’attribute dependency template? Un prodotto come quest’auto non era stato anticipato dall’analisi del mercato e dei bisogni potenziali dei consumatori. Infatti, il mercato non può indicare un bisogno se non è consapevole della sua esistenza. Se si vuole arrivare ad un’idea innovativa e realmente sorprendente, non c’è verso di trovarla guardando al mercato; è invece possibile con un approccio “tamplate”.

In particolare l’attribute dependency template richiede, nel caso esmplificativo di applicazione ad un’automobile, i seguenti passaggi:

  1. Elencazione dei componenti interni del prodotto (motore, volante, parti della carrozzeria, ruote, ecc.)
  2. Elencazione degli attributi interni (dimensioni del motore, colore della carrozzeria, forma del volante, ecc)
  3. Elencazione degli attributi esterni (altezza del guidatore, composizione della strada, condizioni atmosferiche, ecc.)
  4. Costruzione di una matrice – Dependency Matrix – che riporta come colonne componenti ed attributi interni e come righe componenti ed attributi sia interni che esterni.

A questo punto bisogna controllare tutti i punti di intersezione della matrice per verificare se esiste una relazione tra ogni coppia di componenti/attributi. La dove non esiste, ci si chiede: è possibile creare una nuova correlazione?

Nel caso di un’automobile, l’intersezione tra “parti della carrozeria” e “colore della carrozzeria” non avrebbe rilevato alcuna correlazione; o meglio, nelle automobili risulta una relazione costante tra questi due elementi: ogni parte della carrozzeria è dello stesso colore. E’ possibile creare una relazione diretta? Si, facendo si che il colore sia diverso al variare della parte di carrozzeria considerata. Il risultato è la Polo Harlequin.

Questo esempio può sembrare un po’ forzato ma, ora che ho riportato il frame teorico e segnalato l’articolo di riferimento – la cui lettura consiglio vivamente – nei prossimi post cercherò di esporre esempi più immediati ed interessanti.

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