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Il prezzo tra realtà aumentata e PWYW

Nell’articolo Il marketing è morto ho riportato il senso della presentazione di Mr. White – fondatore dell’agenzia di comunicazione Ebolaindustries – sul tema “morte del marketing e terapie d’urto per la ripresa“. Dopo aver citato le sfide del marketing contemporaneo – Fine della one-way communication; Iperconnettività; Insufficienza della brand image (quindi necessità di dimostrare costantemente la propria esperienza) – mi ero ripromesso di scrivere un post per ognuna delle 4 P tradizionali e sulla loro evoluzione, così come sono state trattate durante la presentazione. Ecco la prima.

Il prezzo, prendendo per buona una definizione semplificativa ma non errata, è il controvalore monetario di ciò che il consumatore riceve come prestazione, sia in termini materiali che in termini di valore percepito. Sebbene, tra le quattro P, il prezzo possa sembrare quella più statica e meno innovativa, in realtà è anch’essa soggetta a turbolenze da saper cogliere ed interpretare.

Nel 2009, i tag abbinati alla parola prezzo, in rete, sono stati: trasparenza, generosità, informazione, tecnologia. Seguendo queste aree semantiche, si arriva alla considerazione che l’acquisto d’impulso e disinformato andrà scomparendo. Infatti, oggi il confronto di prezzo è sempre più facile anche in mobilità, come dimostra l’applicazione per iPhone Shopsavvy (vedi il video sottostante che mostra il suo funzionamento).

Inoltre, il prezzo deve tenere conto dell’allargato contesto di valutazione del Brand, che include sempre più tematiche etiche quali la responsabilità sociale e la sostenibilità ambientale. Esistono guide e community che permettono di accedere ad un database che valuta i brand anche secondo questi parametri allargati, come ad esempio FatCalories, sito internet che raggruppa e confronta le caratteristiche nutrizionali di tutti i prodotti delle principali catene di fast food americane.

Altra tematica importante è quella dell’augmented reality ovvero, in parole povere, l’aggunta di livelli informativi alla realtà attraverso una webcam. Ad esempio, Yelp può essere paragonato a delle pagine gialle gestite dai consumatori che consentono, fotografando un luogo, di ricevere informazioni aumentate (compreso i prezzi di un prodotto, del menù di un ristorante e così via). Località e realtà vengono combinate con informazioni aggiuntive, in questo caso user generated.

Infine, Mr. White cita il Pay What You Want come fenomeno importante da tenere in considerazione. Credo che i lettori sappiano già di cosa si tratti, quindi non vado oltre… L’esempio più famoso è quello dell’album In Rainbows dei Radiohead, scaricabile liberamente dal loro sito ufficiale secondo la formula “paga-quel-che-vuoi”, che ha ottenuto un notevole successo anche grazie alla possibilità di aggirare la marginalizzazione della catena distributiva discografica.

Così si è conclusa la breve overview di Mr. White sulla prima delle 4 P trattate durante la presentazione di One Hundred Ones in Bocconi. Prossimamente arriveranno le altre tre…

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