McDonald’s colpisce ancora, con i panini di Gualtiero Marchesi

Tempo fa scrivevo di come sono stato catturato da McDonald’s. Fortunatamente, complice anche il cambio di vita che mi ha riportato da Milano alla mia amata Franciacorta, sono poi riuscito a liberarmi. O almeno credevo, fino a ieri, quando sono andato al McDrive lungo la tangenziale sud di Brescia per provare Vivace, il primo dei panini pensati da Gualtiero Marchesi per la nota catena di fast food.

Per chi non lo conoscesse, Gualtiero Marchesi è considerato lo Chef italiano più noto nel mondo. Ora famoso ai più soprattutto per il Ristorante nel Teatro alla Scala “Il Marchesino“, è molto legato alla Franciacorta, territorio dove tutt’ora ha sede la sua Fondazione ed il ristorante più che esclusivo dove è possibile assaporare i suoi famosi piatti. Ecco perché l’abbinamento McDonald’s – Gualtiero Marchesi ha destato subito numerose reazioni.

Mirko Pallera di Ninja Marketing pare essere particolarmente infastidito dell’accostamento «senza alcun pudore, senza ritegno» di McDonald’s alla cultura Slow, esasperato nella frase “Slow e Fast non sono mai andati così d’accordo – Assaggia Adagio e Vivace. Ricette di Gualtiero Marchesi “, scrittta sulla tovaglietta in tessuto in omaggio per chi acquista questi panini. Ed anche la reazione di Slow Food non si è fatta attendere, criticando duramente l’audace mossa del marketing della grande M.

Eppure… eppure non sono d’accordo con le conclusioni del Ninja Marketer, secondo cui «saranno le persone a dire a Mc Donald’s che questa strada non è quella giusta». E’ vero che quando si sente la dichiarazione di Gualtiero Marchesi che dice «ho imparato a non avere pregiudizi» è facile immaginarselo mentre riceve un cospicuo assegno da McDonald’s, di tale entità da far cancellare qualsiasi pregiudizio in un istante. Ed è legittimo dubitare che il desiderio di avvicinarsi ai giovani andando a far scoprire loro l’arte della cucina proprio lì, dove loro mangiano, nei fast food, sia un desiderio genuino.

Tuttavia la rivolta causata da questo azzardato abbinamento si scatena solamente tra coloro che, verso il cibo e verso il mondo, hanno già un approccio tale per cui non mangerebbero mai in un McDonald’s, almeno non per i prossimi 15 anni. Le reazioni ed i commenti che si leggono in rete provengono da persone fortemente consapevoli di cosa sia “Buono, pulito e giusto”. Persone che, in gran parte, hanno molti pregiudizi verso i fast food, pregiudizi che non concepiscono il cambiamento e l’evoluzione. La campagna di McDonald’s mira invece a catturare un’altra fascia di mercato e, secondo me, lo fa in maniera molto efficace.

Badate che chi scrive è una persona molto vicina al movimento Slow Food, una persona che mangia raramente carne rossa, che sceglie prodotti locali, preferendo la qualità alla quantità e che crede che la soluzione per uscire dalla crisi non sia la crescita, bensì una decrescita equilibrata. Una persona che comunque ieri è andata da McDonald’s per assaggiare un Vivace.

Io credo che McDonald’s abbia fatto la scelta di marketing giusta, che non si tratti di un “marketing che non vogliamo“. Se questa scelta va in contrasto con altri valori, non credo che la risposta sia una reazione che nega, contro l’evidenza, l’efficacia di questo tipo di marketing. La risposta giusta dovrebbe inglobare questo marketing, ed andare oltre

Ma per parlare di questo andremmo su questioni filosofiche con cui vi ho già appesantito nello scorso post. Qui fermiamoci al livello dello stomaco: avete provato il panino Vivace? Cosa ne pensate di questa scelta di marketing?

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